13 settembre 2005
>BESTIARIO
Per vincere la Coppa Volpi, Giovanna Mezzogiorno ha dovuto tirare fuori le tette. Oltre che vedersi rompere le acque, perché in piena estate lei sarebbe incinta, e sudata fradicia per poco non allaga il treno. La questione è sempre la solita, oltre che questi film italiani sono prodotti che non riescono proprio a lasciarsi la televisione alle spalle (e dire che questa volta si fa pure il tentativo, con un fortissimo Battiston regista in crisi alle prese con un serial ospedaliero). Il problema è che questi film italiani si dichiarano verosimili. Salvo poi non riuscire ad esserlo. Salvo poi però voler affrontare temi come la pedofilia domestica di un padre insospettabile, sposato con una donna troppo poco coraggiosa per difendere i figli dal marito malato. «Siamo una famiglia, siamo una famiglia» racconta Luigi Lo Cascio, di cui basta vedere gli occhialini per farsi venire l’orticaria. Ma insomma, Angela Finocchiaro è bravissima, e ipocrita sarebbe non ammettere che i siparietti comici di un film infarcito di tutte mezze scenette drammatiche da copione infelice, incapace di trovare un percorso emozionale progressivo, salvano parte di questo lavoro. Perché poi il resto è un piagnisteo, un marito a cui la moglie in partenza predice una scopata fuori matrimonio e la scopata prontamente arriva, una cieca con la faccia di Stefania Rocca, un amore omossessuale femminile all'acqua di rose, un pigiama con la patta aperta elevata a simbolo della violenza. Manca davvero solo Mary dei Gemelli diversi come colonna sonora.
La bestia nel cuore (id., Italia/Regno Unito/Francia/Spagna, 2005, venezia 62) Regia di Cristina Comencini
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