Gli attentati terroristici che dilaniano il paese sono persino qualcosa di più della semplice normalità, fatto salvo il disprezzo assoluto per «quei bastardi» che li compiono. In ogni caso non vengono mai mostrati, così come tutto Israele è rappresentato nella più assoluta calma e tranquillità, senza nessuna invadenza e senza alcuna soffocante presenza a tutela della sicurezza. Lo scontro permanente con i palestinesi è la mancanza di dialogo, la chiusura «nel proprio passato» e dall’altra parte l’arroganza generata dal sostegno di chi non conosce a fondo la realtà. Poi c’è un’omosessualità che quasi fatica ad essere fisica e allora rimane raccontata più attraverso i dialoghi che la trama del film. Di originale alla fine c’è ben poco, ma l’intera storia, inserita in questo contesto e in questo tempo, assume una dimensione inedita, lasciata scorrere senza ostacoli e in maniera a tratti un po’ troppo prevedibile. Quello che conta è la concentrazione sulle tante storie dei personaggi, mai più diverse e mai più bisognose l’una dell’altra. Ancora una volta dunque si aggiunge poco o niente e le aspettative vengono ridimensionate, ma anche così è possibile realizzare un buon lavoro. E parlare ad un Europa di cui Israele è assolutamente parte.
Camminando sull’acqua (Walk on water, Israele, 2004, sala)
Regia di Eytan Fox
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il 18/11/2004 alle 23:50 | |